
ADESSO DORMI E NON SVEGLIARTI è ambientato nel 1963. C’è un motivo in particolare che ha portato alla scelta di questo anno?
Sono sempre stato affascinato dal passato. Adoro documentarmi e scoprire abitudini e avvenimenti più o meno lontani dai giorni nostri. Il 1963 è stato un anno ricolmo di notizie segnanti e la particolarità di quei dodici mesi è il fatto che gli eventi di maggior spessore sono tutti tragici. Ho pensato fosse l’anno perfetto per mettere in scena l’opera di un assassino seriale. E mi piace pensare che la storia inizi esattamente il 9 ottobre, cioè il giorno del disastro del Vajont, e termini il 22 novembre, l’assassinio di J. F. Kennedy.
Però non fai mai riferimento agli eventi che hai appena citato.
Non amo cimentarmi col rigoroso susseguirsi di eventi storici. Sfrutto abitudini, vita quotidiana, oggetti e atmosfere, ma mentre scrivo non voglio essere costretto all’interno di una linea temporale sulla quale stazionano avvenimenti già vissuti da altri.
Hai parlato di atmosfere. Per tutta la durata del libro incontriamo un’ambientazione noir, dove la notte e le precipitazioni avvolgono e colpiscono Firenze. Perché mostrare la città sotto questa luce?
Appena mi sono accorto che l’idea di questo romanzo mi stava piacendo ho capito che Firenze poteva essere l’ambientazione giusta. Piena di vicoli e angoli vivi permette di nascondere qualsiasi cosa all’occhio umano. Poi in autunno le giornate si accorciano sempre più e le precipitazioni aumentano completando così, insieme all’architettura cittadina, la bolla perfetta in cui ambientare un thriller.
Così come le atmosfere, anche i personaggi nascondono aspetti cupi delle loro personalità.
Ho cercato il più possibile di focalizzare, tramite il carattere dei protagonisti, l’attenzione del lettore su aspetti più nascosti che fanno parte di molti di noi. Spesso ci ritroviamo soli o desideriamo di esserlo. A volte ci sentiamo sfruttati o semplicemente non riusciamo a evitare che qualcuno ci faccia questo. In altre situazioni siamo proprio noi a creare tali disagi alle persone che ci stanno attorno. Molte caratteristiche dei personaggi le incontriamo tutti i giorni ed è proprio questa apparente normalità che si contrappone alla straordinarietà degli eventi narrati.
Oltre all’intreccio, alle atmosfere e alla costruzione dei protagonisti troviamo molti riferimenti a oggetti dell’epoca e a tracce musicali di quegli anni. Qualcuna di queste ti ha ispirato particolarmente?
Non una in particolare. Tuttora, a volte, ascolto il grande cantautorato italiano che in quegli anni era egregiamente rappresentato da artisti del calibro di Giorgio Gaber, Gino Paoli, Adriano Celentano. E insieme a loro, nelle classifiche nazionali, spiccavano due nomi ai quali sono particolarmente affezionato: Fred Buscaglione e Paul Anka. Grande musica. I protagonisti del libro non amano concedersi momenti in cui ascoltare canzoni ma, volenti o meno, le note li circondano e perciò anche loro, talvolta, tendono l’orecchio alle radio.
BIOGRAFIA
Andrea Ciappi è nato a Firenze nel 1993, in una famiglia dall’impronta agraria. Ha studiato all’Università di Agraria di Firenze e poi ha deciso di cambiare completamente settore. La passione per la lettura prima, e per la scrittura poi, lo hanno portato ad aprire una casa editrice (Chiria – Chianti Editoria) nel giugno 2021, nel cuore del Chianti fiorentino. Adesso lavora con collaboratori del territorio, tutti under 30, e dirige la redazione dell’azienda.