INTERVISTA ALL’ AUTRICE

Iniziamo con una domanda: perché uno pseudonimo?

Ho scelto uno pseudonimo perché quando scrivo ho bisogno di un contatto diretto con la storia. Giuditta, oltre che essere l’autrice, è anche uno dei personaggi del libro. Ha una linea narrativa esclusiva, esterna alla sequenza temporale dei fatti, nella quale racconta la vicenda insieme al protagonista. Mi piaceva l’idea di interrompere la narrazione di tanto in tanto attraverso le loro parole, così da portare il lettore nella stanza dove i due si confrontano.

 

Pensando alle linee narrative, in questo romanzo ne troviamo due. Due come le personalità dell’autrice, due come le vite di molti dei personaggi. Questo dualismo è molto ricorrente.

Tanto da ritrovarlo nella copertina, sottoforma di due ombre uguali ma opposte. Inizialmente, io e la casa editrice eravamo in dubbio se pubblicare con due diverse copertine dai colori alternati. Poi abbiamo chiesto ai lettori e abbiamo optato per lo sfondo bianco e gli alberi rossi. In ogni caso, il gioco del doppio mi ha permesso di portare la trama fino in fondo senza rivelare quale fosse il vero movente dell’omicidio.

 

Omicidio che avviene lontano dal mondo circostante, come in una scatola chiusa. C’è qualche riferimento alla regina del giallo?

 L’impostazione è proprio quella dei più classici gialli alla Christie. Lungo tutto il racconto ho seminato indizi che un attento lettore può captare per arrivare, insieme all’ispettore, a una soluzione prima che questa si palesi tra le pagine. Il fatto di isolare l’accaduto dal mondo esterno è un dettaglio che permette a chi legge, e a me scrittrice, di calarsi in quell’isola teorica e concentrarsi sui personaggi e sui vari intrecci, consapevole che in quell’infinitesima porzione di mondo c’è un assassino.

 

Porzione di mondo bellissima, anche se in inverno.

Le colline del Chianti sono sempre splendide, in qualsiasi stagione. Favoriscono l’ispirazione e forniscono ambientazioni perfette per ogni tipo di trama e genere letterario. La festa per l’ultimo giorno dell’anno è uno dei momenti in cui le persone, specialmente se giovani, si riuniscono per festeggiare e abbassano attenzioni e difese. Se a questo contesto si aggiungono crinali bellissimi e una copiosa nevicata, ecco creata la location perfetta.

 

In futuro ritroveremo ancora Attilio Lindgren?

I fin dei conti è un ispettore… è il suo lavoro.